lunedì 9 febbraio 2009

Morte ad orologeria

Racconto
di Gaetano Munno


- No signora, mi creda, non sono pentito, a me l’appartamento piace. Terzo piano, l’altezza ideale. Molto luminoso. Anzi forse troppo. Si figuri che già adesso, in primavera, al mattino, sono costretto a tenere chiuse le persiane. Cioè, quando mi alzo, l’impatto della luce è molto forte, e la cosa, addirittura, m’infastidisce. -
- Ma il problema allora dov’è, potrebbe infischiarsene. Ognuno ha le sue abitudini. Guardi che al terzo piano si sta anche caldi, ci sono due piani sotto e due piani sopra, lei sta proprio bene, mi creda. -
- Andrebbe tutto bene se quei due non abitassero proprio sopra di me, le assicuro, è gente strana. -
-(…)-
- Tre settimane fa ha bussato alla mia porta e, con quella sua faccia da imbecille “Ti disturbo?” mi ha detto. A me già mi sta sulle scatole che mi dà del tu, io non gli ho mai dato spago “In verità stavo per farmi la doccia. E’ una cosa urgente?” gli ho risposto
“Ti volevo chiedere se ti sei accorto che il tuo scaldabagno a gas, cioè quello che tieni fuori al balcone, ha una perdita.”, mi ha detto.
“Una perdita di che?”, gli ho risposto.
“Di gas. Naturale, mica va a gasolio”, mi ha detto. “ Io sento puzza di gas quando mi affaccio al balcone. Tu non senti nulla?”
“No”, gli ho risposto
“Perché non lo fai controllare? La puzza sale verso l’alto, e magari tu non la senti”.
Gli ho detto di sì, che l’avrei fatto controllare al più presto, e così l’ho liquidato. Sono sicuro che voleva entrare in casa. Forse per verificare la posizione dello scaldino. Ma io ho tenuto la porta socchiusa ed ho parlato facendo sporgere solo la testa. Era il solito Virzo, con quella sua dentiera troppo sporgente, che si vede che è fatta fuori misura, quegli occhi da gatto, il viso solcato da quelle rughe che sembrano fatte con l’aratro… -
- Sì va bene, non è un granché da vedere, ma comunque può capitare… -
- Cosa? -
- Che lo scaldino funzioni male -
- Ma lei li trova normali? E la moglie? Con quelle borse della spesa sempre stracariche di roba da mangiare? Tutti i giorni, e sono solo in due, ma chi se la mangia tutta quella roba? Lei ne sa qualcosa, abita da troppo tempo qui, qualche spiegazione me la potrebbe dare. Perché poi, io, il tecnico l’ho chiamato davvero, e mi ha detto che lo scaldabagno funziona alla perfezione. Non c’è nessuna perdita.
No… a me non mi convince, lui vuole fare in modo che io cambi casa… lui crede che io sappia… ma in effetti io non so nulla. -
- E che cosa dovresti sapere?-
- E’ per questo che le chiedo aiuto. Capisce? Perché non so nulla, so solo che è strano, nient’altro.
- Capisco -
- I rumori iniziano sempre alle due di notte ci potresti regolare l’orologio. Mobili che si spostano, tacchi che martellano tutte le stanze. Non riesco a capire se sono zoccoli o scarpe alte. A volte la lavatrice che parte, intorno alle quattro, con quel cigolio…, e va avanti fino al mattino.
Dopo una settimana è tornato a chiedermi di risolvere il problema della puzza di gas. Gli ho detto che la cosa era impossibile perché avevo cambiato l’apparecchio con uno elettrico che non emette odori
“Bravo!”, mi ha risposto
“Ma che pezzo di merda.”, ho pensato
“Come?”, mi ha detto. Io mi sono sentito mancare. Come se avesse sentito quello che pensavo!
“Come cosa?”, gli ho detto.
“Niente… niente”, mi ha risposto. Ed è andato via.
-Credo che lei si stia agitando troppo, ma se proprio insiste qualche spiegazione ce l’ho…-
- Lo sapevo!
-Sono stati tra i primi inquilini del palazzo. Si sono sposati appena ventenni. Avevano due figli, un maschio ed una femmina. Purtroppo, sono morti tutti e due della stessa orribile malattia. Pare che sia di carattere genetico.-
-Che malattia?-
-Questo non lo so. So solo che erano ancora dei ragazzi. Una cosa molto triste. E’ finita prima la ragazza, e, a distanza di un paio d’anni, se n’è andato anche il ragazzo. Un bel giovane. Sono cose dure da sopportare. Ma non sono pazzi, di questo sono sicura.-
- E come si spiega tutto quel cibo?-
-Pare che la signora apparecchi la tavola ancora per quattro persone, non nel senso che mette solo le posate… No, lei prepara le pietanze e le porta a tavola. Rivivono gli ultimi giorni della malattia dei loro bambini (così li chiamano ancora).
No, non sono pazzi, né hanno poteri occulti, né stanno tentando di mandarla via. E’ solo superstizione. Vogliono scansarsi la malattia, fanno tutta questa messinscena perché si sentono colpevoli del fattore ereditario. Sì, certo, magari è anche un senso di colpa, ma secondo me hanno paura, o… non riescono a spiegarsi come mai loro…sono ancora vivi.
-E i tacchi? Le passeggiate notturne? Il rumore dei mobili?-
-Lei di notte mette i tacchi per simulare il ritorno della figlia dalle uscite serali; quel rumore era il segnale del rincasare della signorina, si faceva sentire, doveva rispettare l’orario.
Poi, i mobili… superstizione anche quella, fingono di preparare i letti dei figli. Non c’è nessun piano occulto contro di lei. Ha notato che non vanno a messa? Loro partecipano alle riunioni di quella setta religiosa in quella chiesa strana giù al porto. Ed hanno cominciato a frequentarla dopo la morte della prima figlia.-
-Signora, lei insiste nel parlarmi di superstizione ed io… voglio dire. Ci deve essere una logica anche nel modo in cui si vogliono cacciare via le streghe. Loro cosa fanno? Che razza di maniera è questa?-
-Si convincono che i figli sono vivi, che non hanno avuto malattie, e quindi anche loro, i genitori, che li hanno generati, sono geneticamente a posto. Certo non è tanto normale ma, tutto sommato, è giustificabile.-

II
-Buona sera, che c’è?-
-La vecchia cosa ti ha detto?-
-Ma quale vecchia? Ma cosa vuole? Io non le ho neanche detto s’accomodi-
-Quella è una povera pazza che farnetica su tutti i condòmini. Tu sei un bravo giovane, un professore, sei intelligente, mica hai bisogno di chiedere informazioni a lei?
C’è qualcosa che non va?-
-Innanzitutto lei mi dovrebbe spiegare secondo quale ragionamento è così sicuro che io abbia parlato di lei. Io sono andato di fronte per chiedere se il postino aveva consegnato alcune raccomandate… non so lei cosa voglia... Prima lo scaldino che puzza, poi quest’invadenza intollerabile. Ma che cacchio vuole da me? Secondo quale logica, voglio dire, lei avrebbe la facoltà di sapere quello che faccio nel chiuso delle mie stanze?-
-Io non uso la logica, uso l’istinto.-
-Ma quale istinto! Lei deve essere uno di quei paranoici che si sente sempre gli occhi degli altri addosso. E secondo me fa di tutto per attirarseli.
-Cosa?-
-Gli occhi! Gli occhi. Ma le pare normale quello che fa? Ha sempre questo atteggiamento viscido. Finge di preoccuparsi di me, ma perché lo fa? Io non le ho mai dato spago. Faccio i fatti miei in casa mia, perché lei non si fa i suoi in casa sua?-
-Gli occhi, gli occhi hai detto? Va bene, va bene. Ma se hai qualche domanda da fare, fammela e basta-

III
-Il decesso è accaduto alle tre del mattino, ed ad entrambe le vittime è stato asportato l’occhio destro e qualche pezzo del tessuto adiposo. Come spiega questo?-
-Non so darmi una spiegazione. La vecchia di fronte mi ha detto che frequentavano una strana setta religiosa. Potrebbe essere una sorta di rito-
-Dottor Modena, lei è ebreo?-
-E questo cosa c’entra?-
-Apparentemente nulla, ma dai rapporti risulta che i suoi nonni sono stati tra le vittime dei campi di concentramento, suo padre è riuscito a cavarsela per miracolo.
I suoi colleghi parlano di lei come persona ossessionata dall’idea del mostruoso, da una voglia di vendetta personale, dalla convinzione che quel che è accaduto con l’olocausto potrà ripetersi…-
-Sì, certo, i miei erano ebrei ma non ho alcuno spirito di vendetta, chi ha detto queste stupidaggini? Vuole trasformarmi da vittima in carnefice. Questa sì che è una teoria veramente mostruosa.-
-A volte un sentire insopportabile, come la mostruosità, spinge a compierne dell’altra.-
-Io mi rifiuto di…, lei oltre ad accusarmi mi offende, e…-
-Torniamo ai fatti. Nel rapporto della polizia c’è scritto che lei quella notte ha dormito fuori, e che è rientrato solo alle nove del mattino. E’ esatto?-
-Certo! Può verificare il mio alibi con…-
-Già fatto! La signorina Lettieri è l’unica che può confermare…-
-Cosa vuole insinuare?-
-Che non è un alibi forte, c’è un solo riscontro.-
-E’ più che sufficiente.-
-La signorina Lettieri è una professionista, mi capisce?-
-E’ vietato andare con le professioniste?-
-La signora Lina, la sua dirimpettaia, ha dichiarato che lei è stato in casa fino alle 22,30 circa, l’ora in cui di solito lei scende a buttare la spazzatura, ma è sicura d’aver sentito chiudere la porta due volte. Quindi lei è rientrato.-
-Non credo che abbia sentito bene. Potrebbe aver inventato tutto. Come fa…? Era con l’orecchio dietro la porta?-
-Non c’è motivo perché inventi.-
-Non mi meraviglio più di nulla.-

IV
-Commissario, la sua teoria è comprensibile, ma è solo teoria.-
-Le morti risalgono a domenica mattina, e qui si parla di avvelenamento da gas, gpl per l’esattezza. Il rapporto lo dice chiaramente. Ma tutti i fornelli ed altri possibili erogatori della famiglia Virzo erano chiusi al momento della scoperta dei cadaveri. Il gas non era sufficiente per uccidere, è servito solo a stordirli, c’è dell’altro che ha provocato la morte, ma non siamo ancora riusciti a scoprirlo. I nostri esperti ci stanno lavorando.-
-Ma questo non dice nulla.-
-C’è la testimonianza della signora Lina, Virzo da tempo si lamentava di una puzza di gas proveniente dal suo appartamento. Virzo era gentile con lei, ma lei era un po’ troppo preoccupato. E poi la sua storia la conosciamo dott. Modena. Lei era un ottimo ricercatore negli USA e non si viene espulsi a caso da un progetto importante come quello del “Gene 1”.
I rapporti parlano di un eccessivo interesse verso gli aspetti “perversi” dell’agire scientifico. Sono certo che la mappatura dell’intero patrimonio ereditario di ogni cellula del nostro organismo è rimasto uno dei suoi obiettivi prioritari…-
-Quel che lei e loro chiamano -perverso- è solo la profonda convinzione che non si possono porre limiti esterni alla scienza. E poi lei non può immaginare quanto l’ambiente della ricerca sia inquinato da interessi di bottega, arrivismi, carrierismi e quant’altro. Lasci stare, io avevo semplicemente deciso di ritirarmi ad insegnare in una anonima città, in un incognito liceo della provincia.-
-Lei è venuto qui apposta…-
-Lei parla per pregiudizi. La mia carriera scientifica non dice nulla del mio presente, né del mio futuro. Lei non sa… mi hanno fatto fuori, ma gli illustri colleghi non erano migliori di me


V
-Ad ogni modo, poco prima dell’omicidio, diciamo circa una settimana fa, lei ha cominciato a recarsi più spesso dalla sua dirimpettaia. In sei mesi non era mai accaduto.
L’ispettore che ha redatto il rapporto sospetta che lei l’abbia fatto apposta per avere delle conferme sulle sue supposizioni “genetiche”-
-Altra farneticazione.-
-Lei ha persino chiesto l’età esatta della morte dei figli di Virzo, è vero?-
-Sì, credo di sì, non ricordo bene, faceva parte del discorso.-
-Ha voluto sapere tutto di loro, assumendo la parte della vittima che era infastidita dai rumori...-
-Ma la vecchia mi ha confermato tutto, aveva una spiegazione per ogni gesto, è lei che ha parlato di malattia ereditaria.-
-I corpi sono stati ritrovati nel tinello, al centro della casa, testa contro testa...
-Come avrei potuto…, ho anche parlato tranquillamente della perdita di gas (inesistente) con la signora Lina, sarei stato così stupido da anticipare anche il modo in cui li avrei uccisi?-
-Forse tentava di costruirsi un altro alibi, la puzza di gas c’era, erano le sue prove d’immissione nell’appartamento superiore, non abbiamo ancora capito dove lei ha praticato il foro, stiamo ancora controllando. Il caso ha voluto che proprio quella domenica ci fosse la disinfestazione comunale e le finestre erano sigillate per evitare che il medicinale entrasse all’interno. Ma la macchina del comune aveva avvisato tre giorni prima. Lei ha avuto il tempo per programmare tutto.-

VI
-Avrei diritto ad un avvocato?-
-Sì certo, poteva anche rifiutarsi di rispondere; vuole che le elenchi quali sono i suoi diritti?-
-Non avete prove. Lei non ci caverà nulla.-
-Le sto facendo un favore, le sto anticipando l’impianto accusatorio.-
-Senza uno straccio di prova.-
-Bene. Io ho una mia teoria. Nei suoi studi lei è venuto a conoscenza del caso di questa famiglia che è tra i più rari sulla terra. I rapporti scientifici parlano di altri sette casi e di soli quattro viventi. Non trova che ci siano troppe coincidenze? Per quale motivo, altrimenti, lei da così lontano, sarebbe venuto a stabilirsi proprio qui?
-Dalle mie parti non ho più nessuno. Nessuno. Né parenti, né amici. Qui mi piace, ci sto bene. Le pare un motivo sufficiente?
- Non mi intendo molto di codici genetici ma so che qui lei aveva a portata di mano una scoperta importante… lei aveva bisogno di molecole diverse, molecole che riuscissero ad inserirsi nella catena naturale per modificarla, per creare quell’effetto di stop improvviso della vita umana. Un po’ come funzionano quegli antifurti che si montano sulle auto, quelli che la bloccano dopo un chilometro di marcia, ed il ladro è costretto ad abbandonarla. Una sorta di morte ad orologeria… chissà per quali mostruosi scopi.-
-Pazzesco! Debbo ammettere che lei è dotato di grande fantasia. Ma questo riguardava solo i figli. I genitori hanno continuato a vivere fino a circa sessant’anni.-
-Infatti, è questo il tassello che manca alla ricerca scientifica: come mai dall’incontro casuale di due individui sani si forma il gene malato. E’ per questo che sono stati uccisi entrambi, e a tutti e due sono state asportate le stesse parti del corpo.
Immagino che, con le scoperte fatte in America, lei era nelle condizioni di riprodurre un’infinità di copie di queste cellule.-
-Ma perché avrei dovuto fare tutto questo? Perché?-
-Per sete di conoscenza, forse, per la gloria della scoperta, o per chissà cos'altro. Abbia l’intelligenza di confessare, almeno. Potrebbe risparmiarsi l’ergastolo, potrebbe richiedere perizie psichiatriche o cose simili. Diciamo che le sto proponendo un patto. Accetta?-